La dote di Latera

Gli abitanti di Latera, dove fino agli anni cinquanta la coltivazione della cannabis sativa per la produzione di fibre tessili era centrale nell’economia locale, hanno partecipato a un progetto di arte partecipativa. Molte famiglie conservano ancora tele tessute a mano, ereditate dagli avi. Abbiamo chiesto ai residenti di donarci alcune di queste tele, spesso inutilizzate, e raccolto le storie legate alla tradizione della dote: il corredo di lenzuola che i genitori regalavano alla figlia per il matrimonio. La lavorazione della canapa, richiedeva un’organizzazione collettiva. Dopo la raccolta, veniva insabbiata sulle rive del lago per macerare, trasformata in fibre e affidata alle tessitrici.

Le storie raccolte testimoniano l’importanza di questi tessuti come simboli di cura, lavoro condiviso e sostentamento.

L’opera finale è un grande lenzuolo realizzato cucendo insieme i tessuti donati, decorato con stampe in cianotipia che ricostruiscono una fotografia delle sarte degli anni cinquanta. Questo lavoro rende omaggio alla comunità di Latera e alle sue tradizioni, evidenziando come conoscenze del passato possano ispirare risposte alle sfide contemporanee, come l’inquinamento dell’industria tessile e della fast fashion. La canapa, coltivata con metodi naturali, è una fibra sostenibile che richiede meno acqua rispetto al cotone e favorisce l’economia circolare. Tradizioni come quella di Latera offrono modelli di produzione più etici e capaci di risanare il rapporto tra uomo e ambiente.

Progetto presentato in Giovane Fotografia Italiana #12 | UNIRE / BRIDGING


BIO

Daniele Cimaglia (1994) e Giuseppe Odore (1995)

Daniele Cimaglia (Roma, 1994), Giuseppe Odore (Pompei, 1995) hanno studiato fotografia e audiovisivo alla Rufa, Rome University of Fine Arts.

Interessati alla fotografia vernacolare e alla sperimentazione di stampa in camera oscura, curano progetti fotografici che integrano la partecipazione attiva delle comunità locali, mettendo in dialogo memoria collettiva e linguaggi contemporanei.

Nel 2020, con la serie fotografica Storie dell’abitare, vincono “Refocus 2” (progetti fotografici nell’Italia del post lockdown promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e dal MUFOCO). Nel 2023, per Archivio Atena e in collaborazione con Nunzia Pallante, realizzano l’installazione Mamma Quercia: un mantello in lino e cotone, decorato con fotografie d’archivio tratte dagli album di famiglia delle comunità di Atena Lucana, stampate in cianotipia. L’opera è stata poi assemblata e ricamata grazie al prezioso contributo delle ricamatrici locali.