ARE THEY ROCKS OR CLOUDS?
Are They Rocks or Clouds? è un progetto di ricerca interdisciplinare che si fonda sull’ipotesi del verificarsi tra circa 50 anni di una catastrofe idrogeologica di grandi dimensioni nelle Dolomiti. Confrontarsi con questa ipotesi ha dato l’opportunità a Caneve da un lato, di non avere la necessità di documentare alcuna catastrofe nel momento del suo accadimento. Dall’altro di avere la libertà di allontanarsi dalla naturale fascinazione per la bellezza della montagna.
Il rischio idrogeologico per il territorio montano, quanto la crisi climatica per ogni altro territorio, è diventato un problema importante. Difficilmente si può immaginare se non dopo l’accadimento di un evento catastrofico.
A partire da questo presupposto Marina Caneve costruisce uno scenario in cui si confronta con il verificarsi di una catastrofe ambientale. Fonde la sua ricerca con archivi storici, testi e fotografie contemporanee, unendo ricerca ed intuizione. Caneve si interroga anche sulla struttura della nostra conoscenza esplorando le relazioni che scaturiscono dal dialogo tra diverse prospettive; materiali d’archivio, conoscenza tecnica (esplorata in dialogo con il geologo Emiliano Oddone), visione antropologica (con suggestioni dell’antropologo Annibale Salsa) e il punto di vista degli abitanti stessi.
Il progetto non si sviluppa in maniera lineare; il layout (sia nel libro sia nelle installazioni) introduce costantemente deviazioni utilizzate come metafora della stratificazione di rocce diverse. Queste costituiscono la struttura interna delle montagne, mostrandone non solo le loro peculiarità, ma al tempo stesso rendendo visibile un’indizio della loro vulnerabilità.
Il progetto è cominciato dopo la scoperta di una teoria di un geologo che suppone che la catastrofe di natura idrogeologica accaduta nel 1966 nelle Dolomiti, si ripeterà dopo 100 anni. Lui ha elaborato questa teoria a partire da analisi del paesaggio, della storia del territorio e secondo la teoria dei tempi di ritorno.
Progetto presentato in Giovane Fotografia Italiana #06 | ACTIVISM
BIO
MARINA CANEVE
(IT, 1988)
Marina Caneve è una fotografa che pone la sua attenzione sulla ricerca artistica esplorando le strutture della nostra conoscenza.
Il suo lavoro è stato esposto in ambito nazionale ed internazionale e dal 2019 è docente al Master IUAV in Photography (Università IUAV, Venezia).
Nel 2018 con il progetto “Are they Rocks or Clouds?” ha vinto Premio Giovane Fotografia Italiana a Fotografia Europea – Reggio Emilia (2018) e il Photobook Dummy Award a Cortona On The Move (2018), dove Lesley A. Martin (Aperture) le ha assegnato il premio. Il libro è stato pubblicato da Fw:Books e OTM (2019) e successivamente è risultato vincitore del Premio Bastianelli per il miglior libro fotografico pubblicato in Italia. Il libro è anche nominato per il premio per il migliore libro d’autore a Les Rencontres d’Arles (2020).
Nel 2019 Caneve è tra i vincitori del bando Atlante Architettura Italiana promosso dal MUFOCO e dal MiBAC; sempre nel 2019 è tra i vincitori del bando iAlp promosso dal Museo Nazionale della Montagna (Torino) per cui ha realizzato un progetto inedito curato da Giangavino Pazzola e Veronica Lisino che è entrato a far parte della collezione del Museo.
Nel 2019 Caneve è stata nominata per il C/O Berlin Talent Award ed il Premio Gabriele Basilico in Architecture and Landscape Photography.
Il lavoro di Caneve è stato esposto in mostre collettive e personali in istituzioni quali Fotohof, Venice Biennale, Fondazione Francesco Fabbri, MAR Ravenna, Cortona on the Move, Fotografia Europea Reggio Emilia, Fondazione Bevilacqua la Masa, ALTplus1000 Festival, Melkweg, Matéria gallery, SiFest, Fondazione Benetton.
È cofondatrice di CALAMITA/À, una piattaforma interdisciplinare di ricerche sul tema della catastrofe con un focus sul Vajont (2013-ongoing) per cui nel 2016 ha lavorato alla pubblicazione di “The Walking Mountain”.