Eleonora Paciullo

Teofanie

“La Locride è un luogo in cui si respira un’aria sacra. I Greci la scelsero per celebrare Persefone e Atena, come mostra l’attuale area archeologica di Locri Epizefiri. È anche il luogo delle estati della mia infanzia, un luogo magico, dove gli anziani raccontavano storie lontane e fantastiche. Un luogo dove si celebrava la poetessa saffica Nosside, come testimonia la sua statua rivolta verso il mare.

Da adulta, sono ritornata a Locri quando i miei nonni sono scomparsi. Non riconoscendolo più come il luogo della mia infanzia, ho sentito il bisogno di riappropriarmi dei riti e delle storie che lo hanno caratterizzato. In un certo senso, per evocare il suo carattere magico. La fotografia è stato il medium che mi ha permesso di testimoniare e di ristabilire un contatto con gli elementi costitutivi di quel luogo, come le aree sacre di Locri Epizefiri, alla ricerca delle figure femminili celebrate dai greci. La consultazione dell’ampio archivio fotografico del museo archeologico nazionale poi, mi ha aiutato a comprendere la trasformazione del territorio. Determinante è stata la video-performance che mi ha permesso di mettere in scena e interpretare alcuni rituali, miti e storie – scongiurando in qualche modo i miei tormenti e creando una nuova narrazione composta da frammenti come capitoli di una storia più grande. Come dice Byung-Chul Han: ‘I riti stabilizzano la vita, rendono il tempo abitabile’. Nel mio viaggio, ricreano un senso di appartenenza che avevo perso, una connessione intima e preziosa.”

Progetto presentato in Giovane Fotografia Italiana #10 | APPARTENENZA

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BIO

ELEONORA PACIULLO
(1993)