The Fall

“Sono seduta sul sedile del passeggero di un pick-up. Tra me e l’uomo alla guida è appoggiata la lunga canna di un fucile. Intorno a noi l’erba è diventata gialla per il caldo secco. Sparsi nei campi, i bunker sporgono dal terreno, le ampie pance sottoterra. Io sono viva e voi siete morti, penso mentre passo davanti alla più grande comunità di sopravvissuti del mondo.
Il luogo è infestato da serpenti a sonagli. Benché il perimetro sia delimitato, alcuni proprietari dei bunker hanno scelto di recintare la loro proprietà con del filo spinato. Nonostante i serpenti e l’isolamento, le persone affermano di sentirsi al sicuro qui, più al sicuro di quanto si sentissero nelle loro case in Minnesota, California o Arizona.”
(Appunti di viaggio, 4 settembre 2022, Edgemont, South Dakota)

The Fall (La Caduta) presenta una serie di fotografie che guardano ai miti popolari attorno al tema dell’Apocalisse e le teorie del complotto ad essa associate. Il progetto intende anche osservare come l’appartenenza a una comunità o a un culto religioso possa far sentire le persone più sicure e protette da ciò che temono possa accadere. Da La Palma nelle Isole Canarie, agli Stati Uniti e all’isola greca di Patmos, dove è stato scritto il Libro dell’Apocalisse, indago come la società si prepara ad affrontare eventi potenzialmente catastrofici.

Incontri casuali con strani uomini alla ricerca dell’anello nuziale perduto dalla loro madre in mezzo a un deserto, sopravvissuti, preppers, culti religiosi e persone che abitano nei bunker. Ogni visita è documentata da una serie di ritratti fotografici accompagnati da un racconto costruito con interviste, registrazioni sul campo, appunti di viaggio.

Attingendo dal road trip fotografico, guido attraverso gli stati del vecchio Far West, fra timore e meraviglia, lungo la strada dell’apocalisse. The Fall prende spunto dal mio background in fotogiornalismo e belle arti, combina fotografia documentaria e finzione per riflettere sulle paure collettive della società.

Progetto presentato in Giovane Fotografia Italiana #10 | APPARTENENZA


BIO

GIULIA MANGIONE
(1987)

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Giulia Mangione è un’artista visuale che lavora con fotografia, video e scrittura esplorando il concetto di identità e appartenenza. Ha conseguito un master in letteratura comparata presso la Goldsmiths University of London e un master in Fine Arts alla Art Academy di Bergen. Ha studiato Advanced Visual Storytelling alla Danish School of Media and Journalism di Aarhus.

Il suo primo libro Halfway Mountain, pubblicato da Journal nel 2018, è stato presentato alla Photographers Gallery di Londra, è stato selezionato per il Prix du Livre a Les Rencontres d’Arles e ha ricevuto una nomina per il MACK First Book Award.

Ha esposto il suo lavoro in musei e gallerie, fra cui International Center of Photography di New York, Musée de l’Élysée di Losanna, Foto-Forum di Bolzano, Fotogalleriet di Oslo e Bergen Kunsthall. Nel 2022-23 Mangione è stata selezionata per far parte della sesta edizione del Norwegian Journal of Photography, un programma biennale promosso dalla Fritt Ord Foundation che punta allo sviluppo di progetti fra fotografia documentaria e arte.

Vive e lavora a Oslo, Norvegia.

giuliamangione.com