404 NOT FOUND
“La città come esito di un atto creativo o di una costruzione potrebbe essere il risultato definitivo di una metafisica dove l’uomo «non incontra altro che sé stesso» e, nell’incontrarsi, incomincia ad avere paura.
La tecnologia diventa specchio e scudo allo stesso tempo, diventa l’anima apparentemente aggregante. Programmi che anticipano i bisogni collettivi e che creano nuove illusorie prospettive ampie, influenzano al contempo le impressioni sul prossimo e su come prendiamo decisioni vitali e creiamo ricordi sull’abitare.
Assistiamo così, contemporaneamente, all’omologazione dei desideri e dell’estetica, e quindi allo sgretolamento delle comunità e al confinamento all’ interno della proprietà privata.
Il ritorno al singolo, alla grotta, al primordiale, non sono intesi, dunque, in una accezione distopica di tipo storico, ma come conseguenza di un mancato incontro a livello umano.
Il nostro presente è stato il futuro per qualcuno, il nostro oggi è stato un domani – vicino o lontano – di chi ora non è, magari, temporalmente più accanto a noi; si creano così dei legami indissolubili tra materia e tempo.
404 Not Found è un racconto per immagini interessato a scenari che noi forse riteniamo negativi ma che nel futuro saranno la normalità: in questo senso, un nostro biasimo al futuro potrebbe essere un’ipocrita dimenticanza del presente.”
Progetto presentato in Giovane Fotografia Italiana #07 | ROPES / CORDE
BIO
LUCA MARIANACCIO
(Agnone, 1986)
Luca Marianaccio è un artista che lavora principalmente con la fotografia.
Esplorando il concetto di paesaggio in modo nostalgico, Marianaccio vuole amplificare lo stupore dello spettatore creando composizioni o ambientazioni che generano immagini poetiche, che lasciano tracce ed equilibri sul filo del riconoscimento e dell’alienazione.
Le sue opere sono basate su associazioni formali, che aprono una vena poetica, con immagini a più livelli, in cui viene messa in discussione la fragilità e l’instabilità della nostra apparente certa realtà.
Sottolineandone l’estetica, indaga le dinamiche del paesaggio, compresa la manipolazione antropologica ed i limiti delle nostre ipotesi su cosa il paesaggio significhi per noi. Ha esposto i suoi lavori in festival e gallerie, le sue opere sono state pubblicate su note riviste internazionali ed acquisite da collezioni pubbliche e private.
Nel 2016 è tra i vincitori del XVIII Premio Aldo Nascimben. Il suo libro Spin-off, nel 2018 ottiene una menzione speciale al Premio Marco Bastianelli. Vive e lavora a Pescara.