Giovane Fotografia Italiana on the Road – Silvia Bigi
Nell’ambito del programma Sinergie tra il Comune di Reggio Emilia e il Comune di Cortona, prende vita una circuitazione artistica, con l’obiettivo di promuovere e sostenere la creatività giovanile delle arti visive e in particolare della fotografia. “Cortona On The Move”, festival partner dell’edizione #08 di Giovane Fotografia Italiana espone a Cortona, a partire dal 23 settembre fino al 1 Novembre, il progetto “URTÜMLICHES BILD (ARCHETIPI)” di Silvia Bigi, artista che nel 2019 ha preso parte all’edizione #07 di Giovane Fotografia Italiana.
Quando Silvia Bigi si è candidata nel 2019, il tema dell’edizione era ROPES / CORDE. In quel momento Silvia stava sviluppando un progetto autobiografico, legato ad un fatto drammatico, un racconto che aveva a che fare con le testimonianze, un progetto per lei difficile da mostrare. L’artista scelta tra i 7 partecipanti, (di quell’edizione ricordiamo: Fabrizio Albertini, Emanuele Camerini, Marta Giaccone, Luca Marianaccio, Iacopo Pasqui e Jacopo Valentini) ha portato in mostra “Cicatrici”.
“Credo che sia stata un’occasione perfetta.” – dichiara Silvia Bigi riguardo la sua partecipazione all’edizione #07 di Giovane Fotografia Italiana – “Ogni aspetto della mostra è stato seguito, instaurando una relazione curatoriale con Ilaria e Daniele, che hanno trasformato il mio percorso. Ho trovato quindi un grande spazio di libertà espressiva, possibilità di sperimentare tramite i linguaggi. Molto importante è stata anche la relazione con gli altri artisti come occasione di incontro, che tutt’oggi ha delle ripercussioni positive sul mio percorso”.
La mostra di Silvia Bigi nell’ambito di “Cortona on the Move” si inserisce nel tema “The Covid 19 Visual Project” un archivio permanente e in progress, sulla pandemia da Coronavirus: gli effetti, i sacrifici, i barlumi di speranza. La mostra sarà visitabile fino al 1° Novembre e Online disponibile al sito covid19visualproject.org
Il progetto
“URTÜMLICHES BILD (ARCHETIPI)” tenta di cogliere le relazioni delle persone, e di come le storie del passato si riverberano sul passato e sul futuro. Attraverso reti generative avversarie, l’artista ha raccolto immagini per trasformarle in qualcosa di diverso.
Il lavoro parte da un’auto osservazione in cui l’artista ha cercato di capire cosa stava cambiando in lei, nel suo spazio intimo, cogliendo a proposito differenze riferite alla dilatazione del tempo, il sonno e i sogni.
“Quando nasce “URTÜMLICHES BILD (ARCHETIPI)” – Racconta Silvia – mi trovavo in una Milano surreale, dovuta al lockdown, e percepivo come i miei sogni fossero più vividi, e come ricordava tutto al risveglio. Nei sogni c’erano piccoli indizi di come l’inconscio cercasse di rielaborare quello che stava succedendo. Partendo da questa intuizione, mi sono domandata se anche per altre persone fosse così. Ho quindi cominciato a raccogliere i sogni, provenienti da più regioni possibili del mondo. Attraverso le mie conoscenze e il passaparola ho recuperato 29 sogni, provenienti da diversi continenti. A queste persone ho chiesto di registrare i sogni raccontandoli con la propria lingua di origine. L’intenzione era quella di utilizzare un software arbitrariamente autonomo e non collegato allo sguardo umano”.
Il nome URTÜMLICHES BILD significa “immagine archetipica” e veniva utilizzato da Jung per descrivere i sogni. Sono immagini condivise atemporali e universali rielaborate dalla società in cui viviamo. Attraverso la coscienza, vengono costantemente attualizzate, riadattate al momento storico nel quale ci troviamo, mantenendo tuttavia una carica simbolica universale e senza tempo.
“Utilizzando quindi un algoritmo che codificava le parole in immagini ho assistito ad un processo di produzione di nuove immagini. Attraverso un processo autonomo le immagini mescolate alle parole, hanno prodotto delle nuove immagini, contenenti errori, interferenze e a bassa risoluzione. In quel momento ho percepito che potevano essere immagini interessanti, perché lontane dallo sguardo umano.”
La scelta delle immagini in esposizione
“Le scelte delle immagini in esposizione sono di carattere pittorico, guardando i colori, le forme, riferimenti e connessioni. Ci sono immagini di grande formato, che possono essere vissute. Quelle di piccoli formati, sono il tentativo iniziale di rappresentare un sogno con tanti errori e con tante ripetizioni. Le stampe sono su litografia, per richiamare il rapporto tra la macchina e l’arte. L’idea di base è che infondo nello spazio condividiamo le stesse paure e che possiamo esprimerle tramite i linguaggi contemporanei della macchina.”
Qui puoi trovare il talk completo
FINISSAGE PRIMA PARTE – FINISSAGE SECONDA PARTE
SITO WEB SILVIA BIGI
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