Giovane Fotografia Italiana – Interviste #08 Elena Zottola

Elena Zottola, "The Creation of the World is an Ordinary Day" 2020
© Elena Zottola
Elena Zottola, propone suo progetto artistico dal titolo “The Creation of the World is an Ordinary day”.
The Creation Of The World is an Ordinary Day è una serie di cartoline ispirate a una vecchia storia baltica. Una ricerca sul racconto che parla dell’urgenza di senso e del desiderio di storie. Un atto di connessione performativo: “possiamo solo dare al racconto la libertà di andare e venire, e alla nostra mente la libertà di riflettere e cambiare “.

Raccontaci della visione del tuo progetto.

Il progetto ha visto la luce nel 2018, nel corso di mesi passati in Estonia in un contesto che sovrapponeva la fisicità del luogo e le possibilità di un nodo culturale. Dove le espressioni e l’immaginario del posto si sommavano con l’incontro della multiculturalità.

Il titolo “La creazione del mondo è una giornata qualsiasi” è un omaggio alla poetica della sacralità delle piccole cose quotidiane. Del regista Ermanno Olmi venuto a mancare proprio quell’anno è un riferimento a quella creazione continua che caratterizza la cultura, che non è mai pura. È infatti frutto di invenzione, incontro e dialogo oggi sempre più intensi.

Ho scelto una storia mitologica della regione baltica e ho realizzato delle immagini che la raccontassero attraverso la suggestione degli oggetti quotidiani.

Il lavoro cercava di stimolare una partecipazione degli spettatori e di interrogarsi sul ruolo del racconto, del frammento del mito, se e come questo oggi permanga o si modifichi. Basando l’apparato visivo delle cartoline su espressioni locali e rivolgendomi a una platea internazionale, ho cercato di trasporre attraverso il mezzo artistico il contesto di mobilità in cui mi trovavo.

Perchè hai deciso di utilizzare la forma della cartolina?

Le “cartoline d’artista”, giocavano con l’oggetto tipico del “visitare la località”. È un oggetto culturale, che diventava simbolo portatore di significato e di interrogativi sul cambiamento e sulla ri-creazione culturale sempre in atto. Cerca di sottolineare l’esigenza di una fruizione meno superficiale dello spazio e della relazione con l’altro.

Cosa ti aspetti di comunicare alle persone che entrano in contatto con “The Creation of the World is an Ordinary day” ?

Mi piacerebbe continuare a smontare e rimontare in un gioco condiviso i frammenti della realtà. Vorrei ampliare la riflessione sul concetto della materialità della cultura che vede nelle cartoline veicoli di contatto più profondo. Le fotografie e l’istallazione dovrebbero diventare strumenti per un “controtempo” più rilassato, quello che si concede al messaggio “analogico” scritto attraverso il movimento sensoriale del reale. Vorrei che le persone entrassero in contatto con un ambiente sensibile e intimo. Dove possano prendersi il tempo per un pensiero lento, da condividere, stimolando la riflessione sulla temporalità della vicinanza con l’altro entro l’immaginario articolato che il mondo oggi produce.

Cosa ti aspetti da Giovane Fotografia Italiana #08?

L’esperienza di Giovane Fotografia Italiana rappresenta per me una sfida personale e proprio per questo anche una grande possibilità di crescita. Dal momento di nascita del progetto a oggi molto è cambiato e la mostra nel contesto di Reggio Emilia è una meravigliosa occasione per costruire un’istallazione che contenga questo cambiamento e di farlo in un ambiente che si è da subito dimostrato aperto, attento e stimolante.

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