Carlo Lombardi ha partecipato a due edizioni di Giovane Fotografia Italiana con il progetto Dead Sea nel 2018 e con il progetto La carne dell’orso nel 2023.
DEAD SEA
La tartaruga marina Caretta Caretta vive negli oceani e nei mari di tutto il mondo, preferisce la riproduzione nelle regioni temperate e subtropicali. A partire dal 2015 viene classificata come “vulnerabile” quindi come soggetta ad estinzione, e viene inserita nella Lista rossa della IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura). Gli scienziati ritengono che la popolazione mondiale di questa specie stia diminuendo.
Le tartarughe sono animali molto sensibili e soffrono a causa di diverse attività umane. Le maggiori cause sono lo sfruttamento delle coste da parte dell’uomo, l’illuminazione artificiale nelle aree di riproduzione, il riscaldamento globale, l’inquinamento e la pesca.
La sottopopolazione dell’area Mediterranea si riproduce principalmente lungo le coste del bacino orientale, mentre pochi nidi sono registrati (identificati) in quello occidentale. Ogni anno, ci sono circa 150 mila catture e 40 mila morti.
Anche se l’uomo, in questo caso, sembra un persecutore, ha anche tutti gli strumenti e i rimedi per porre fine a questo massacro: esiste una rete di professionisti (medici, veterinari, biologi, biologi marini) che lavorano a diverse attività di studio e ricerca nonché alle campagne di sensibilizzazione. Queste attività sono in grado ogni anno di salvare centinaia di esemplari.
Il progetto include l’installazione sonora Approfondire di Daniele Di Girolamo.
Progetto presentato in Giovane Fotografia Italiana #06 | ACTIVISM
LA CARNE DELL’ORSO
“Era questa, la carne dell’orso: ed ora, che sono passati molti anni, rimpiango di averne mangiata poca, poiché, di tutto quanto la vita mi ha dato di buono, nulla ha avuto, neppure alla lontana, il sapore di quella carne, che è il sapore di essere forti e liberi, liberi anche di sbagliare, e padroni del proprio destino.”
(Primo Levi, Il sistema periodico, Ferro)
Il progetto propone un punto di vista sulla fragile relazione tra uomo e natura attraverso un’indagine sull’evoluzione etica, simbolica e antropologica delle pratiche di conservazione adottate nel corso del tempo per proteggere gli orsi appenninici.
Accostando fotografie contemporanee a immagini storiche dall’archivio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise presentate come “prove” per un contesto fattuale, il lavoro richiama l’attenzione sull’approccio antropocentrico che si nasconde dietro la presunta oggettività dei metodi di conservazione – l’identificazione estetica e simbolica con gli animali e la proiezione dei nostri desideri sulla natura.
È una riflessione sul ruolo dell’umanità nei tentativi di conservazione, e sui fattori soggettivi che guidano le nostre scelte per proteggere la natura e che di conseguenza la definiscono.
Progetto presentato in Giovane Fotografia Italiana #10 | APPARTENENZA
BIO
Carlo Lombardi è interessato a come la fotografia possa aprire lo spazio per mettere in discussione i nostri motivi e desideri – evidenziando i paradossi che si scontrano con le nostre credenze e valori, rivelando in che misura questi sono influenzati dal contesto culturale e politico in cui l’osservazione ha luogo.
Carlo Lombardi ha base tra Milano e Vilnius in Lituania, lavora a progetti a lungo termine e commissionati utilizzando un approccio multidisciplinare che coinvolge fotografia, archivio e testo.
Nei suoi progetti si dedica all’identificazione dei simboli collettivi e delle discriminazioni che si nascondo dietro singole narrazioni di esclusione. Dal 2018, collabora con la fotografa Miriam Stanke come collettivo, affrontando i temi del dopoguerra, l’identità nazionale e il trauma transgenerazionale.