@ Unknown Project, Serotti Zarattini, 2014

A Palazzo dei Musei di Reggio Emilia inaugura il nuovo allestimento con uno spazio interamente dedicato alla fotografia contemporanea. Tutto nasce dal dialogo tra l’architetto Italo Rota e la direzione del museo, il team di conservatori, ricercatori e curatori delle collezioni, oltre che della partecipazione della città.

Entrando nel Palazzo il visitatore viene invitato ad immergersi in un grande Archivio dei beni comune. Il lavoro è composto da materiali museali, parte dei quali usciti dai depositi, altri provenienti da istituzioni cittadine come la Biblioteca Panizzi.

L’immagine fotografica e filmica, è un tema dominante che circonda e accompagna nella lettura tutte le collezioni presenti all’interno del Museo. Il tutto confluisce in un’unica grande sala dedicata alla fotografia contemporanea che valorizza il patrimonio della città dato dalla lunga esperienza di Fotografia Europea.

Uno spazio di rilievo è dedicato a Luigi Ghirri, con la serie “Paesaggi di cartone” mentre, nelle sale laterali si sviluppa il tema de “La trama del visibile” accompagnando lo spettatore in una ricerca sulla materia, grazie ad artisti come: Joan Fontcuberta, Gabriele Basilico, Cristina De Middel, David Steward, Martin Parr, Alain Bublex, Alessandra Calò, Fabrizio Cicconi, Kai-Uwe Schulte-Bunert, Sarah moon, Aino Kannisto e Fabian Albertini.

L’esperienza di Giovane Fotografia Italiana a Palazzo dei Musei

Nella sezione curata da Ilaria Campioli (curatrice di Giovane Fotografia Italiana insieme a Daniele De Luigi) compare anche una fotografia selezionata dal progetto del 2016 di Francesca Serotti e Carlotta Zarattini. Il progetto è inserito all’interno della sezione che riflette sul corpo della macchina, della fotografia intesa come segno e scrittura.

Il progetto dal titolo “UNKNOWN PROJECT” riflette su una linea retta che collega l’Irlanda a Israele creando un asse mitologicamente interpretato come corridoio sacro fra terra e cielo. É un’indagine potenzialmente infinita, un pellegrinaggio fisico e interiore lungo questa linea energetica. Le mappe e la storia formano l’origine di una ricerca spirituale e il cui oggetto è uno, la vita. Quel filo che lega ogni cosa, quel senso di appartenenza di cui gli antichi erano pienamente consapevoli e di cui con il tempo si sono perse le tracce.

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