Giovane Fotografia Italiana – Interviste #08 Vaste Programme con The Long Way Home of Ivan Putnik, Truck Driver

Vaste Programme "The Long Way Home of Ivan Putnik, Truck Driver" 2020
© Vaste Programme
I lavori del collettivo artistico composto da Giulia Vigna, Leonardo Magrelli e Alessandro Tini, si sviluppano intorno alla ricerca della post-fotografia e dei nuovi media. La loro è una ricerca di risignificazione degli oggetti quotidiani. Il progetto che espongono a Giovane Fotografia Italiana The Long Way Home of Ivan Putnik, Truck Driver si compone di un archivio fotografico di Ivan Putnik, un camionista russo che attraversando la Siberia, scatta foto .

Come si sviluppano i vostri lavori? O Meglio, come trovate ispirazione?

« Il bello di lavorare in collettivo è che si crea sempre un processo additivo molto stimolante, in cui idee e input finiscono per mescolarsi senza soluzione di continuità. È un modalità che ci sorprende sempre, perché siamo coscienti che da soli non saremmo mai arrivati alle conclusioni a cui arriviamo insieme. Il più delle volte, tutto inizia dal mostrarci a vicenda le cose che studiamo, leggiamo, vediamo e che ci incuriosiscono. Altre volte c’è un embrione di un’idea che viene discussa e sviluppata, se interessa a tutti e tre» .

Da cosa nasce il progetto The Long Way Home of Ivan Putnik, Truck Driver? Come siete collegati ad esso?

« Anche in questo caso il lavoro è nato mostrandoci delle immagini e discutendone. Abbiamo iniziato a perlustrare le zone dell’estremo nord della Siberia su Google Maps, e qui abbiamo trovato numerose fotografie sferiche, scattate e caricate da utenti diversi, dei quali sappiamo solo che sono russi, e che, evidentemente, hanno qualche inclinazione per la fotografia. Del resto, chi oggi non scatta foto? All’interno di questi panorami sferici, in cui si può girare a 360 gradi col mouse, scoprivamo dettagli o vedute a nostro avviso davvero singolari. Stupefatti da ciò che trovavamo, ci siamo imbarcati in un lungo lavoro di archiviazione di quel vasto materiale fotografico. Abbiamo deciso di costruirci intorno la storia di un viaggio, compiuto da un personaggio fittizio, attraverso luoghi reali, raccontati da fotografie geolocalizzate e accessibili a tutti. Alla fine sono emersi alcuni temi interessanti che non avevamo previsto, legati a questi territori che oggi sono estremamente rilevanti negli equilibri geopolitici e ambientali del pianeta. È stato interessante per noi trovare testimonianze così dirette di quei luoghi» .

Da cosa nasce la necessità di utilizzare i new media nella fotografia, e come questi secondo la vostra esperienza si mescolano?

« Ormai siamo tutti assidui fruitori e consumatori di immagini, chi si dedica a professioni artistiche non più di chiunque altro. Rispetto al crearne di nuove, lavorare con immagini già reperibili diventa spesso un processo più stimolante per noi, che richiede un diverso tipo di elasticità. Specialmente con la fotografia, non essendo sul posto a scattarla, non conoscendo il luogo reale dal quale è stata prelevata quella traccia, si entra in rapporto diretto solo con l’immagine: una differenza notevole a ben pensarci. Nel caso specifico del lavoro in mostra, era affascinante anche l’idea di reinterpretare lo sguardo di chi un posto lo vive quotidianamente» .

Quali sono i vostri obiettivi nel breve tempo?

« Continuiamo ad aprire nuovi progetti e a sperare di chiuderli! Nell’immediato stiamo finendo l’editing del libro su Ivan Putnik con una casa editrice che stimiamo molto, questo è sicuramente l’obiettivo più a breve termine che abbiamo» .

SITO WEB VASTE PROGRAMME

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