La rubrica di Giovane Fotografia Italiana con tante curiosità su artiste e artisti e sulla mostra RECONSTRUCTION.

Ai partecipanti di #DIETROLEQUINTE è stato chiesto di raccontarsi, attraverso il modo a loro più congeniale. Il risultato è stato una serie di piccoli video, tutti elaborati in maniera diversa, che mostrano aspetti ulteriori e curiosi degli allestimenti.

In ordine di apparizione:

Domenico Camarda riflette con Liquido sul concetto di identità che, come la realtà stessa, si è moltiplicato, espanso, lasciando così spazio ad un mondo in cui la fissità è sostituita da una varietà di forme possibili.

Irene Fenara con Three Thousand Tigers partendo da immagini di tigre, animale in via d’estinzione ma sovrarappresentato nel nostro immaginario, crea con un algoritmo nuove immagini che sottolineano la distanza tra noi e la realtà.

Nowhere Near di Alisa Martynova tenta di ricostruire l’immaginario di chi ha deciso di lasciare la propria terra d’origine e ciò che resta del sogno di una vita diversa una volta che i migranti hanno raggiunto la meta, esplorando il loro mondo interiore.

Francesca Pili con #Abruxaus denuncia con amara ironia la piaga degli incendi dolosi che affliggono la Sardegna così come molte altre aree del pianeta, offrendo una riflessione sul controverso rapporto tra uomo e natura, sottomesso alle logiche di consumo.

Con The Long Way Home of Ivan Putnik, Truck Driver il collettivo Vaste Programme presenta l’archivio fotografico di un personaggio immaginario che attraversa l’intera Siberia alla guida di un camion, a cavallo tra l’album fotografico, il diario di viaggio e la vero-fiction.

I Made Them Run Away di Martina Zanin è una storia a più livelli che attraverso immagini e testi epistolari indaga le dinamiche delle relazioni di coppia moderne mettendo al centro temi come l’amore, la fantasia, l’illusione, l’identità.

The Creation of the World is an Ordinary Day di Elena Zottola è un’opera-performance ispirata da un antico racconto baltico sull’origine del mondo e concretizzatasi in forma di cartolina d’artista, dando vita a un nuovo racconto multiculturale e collettivo.

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