Giulia Vanelli presenta a Giovane Fotografia Italiana #09 The Ugly Duckling, una riflessione sull’identità e la crescita personale

Immagine © Giulia Vanelli
© Giulia Vanelli

Ciao Giulia. La mostra GFI di quest’anno è incentrata sul “Possibile”; come si pone il tuo progetto rispetto a questo tema?

Considero The Ugly Duckling una presa di coscienza che incoraggia la progressiva liberazione dai vincoli dell’alienazione. “Possibile” è abbandonare la pretesa di muoversi sempre sopra un terreno stabile e ben battuto, quindi uscire dai percorsi che non offrono più le sicurezze di una volta. “Possibile” è, una volta riconosciuto il disagio, accettarlo e fronteggiarlo per cercare di stabilire una sana percezione di sè e, di conseguenza, una pacifica relazione anche con il mondo esterno.

Cosa o chi ha ispirato The Ugly Duckling?

The Ugly Duckling è stato ispirato dalla mia peggior nemica. Si tratta infatti di un progetto autobiografico nato dalla necessità di esternare un conflitto interiore per poterlo poi visualizzare ed analizzare in modo oggettivo e distaccato, quasi da spettatrice anziché protagonista.

Le foto del tuo progetto sono scattate in luoghi fra loro molto distanti, cosa le accomuna?

Le fotografie del mio progetto sono il frutto di uno sguardo semplice e minimalista che nasconde rimandi simbolici. Ognuna di esse è lo specchio di un sentimento o di una sensazione. La presenza della scala, ad esempio, simboleggia il passaggio per un livello successivo, l’ascesa verso gradi di consapevolezza superiori.


SITO WEB GIULIA VANELLI

Iscriviti alla nostra Newsletter per rimanere aggiornato