Ai Chiostri di San Domenico di Reggio Emilia ha inaugurato la mostra Reconstruction per l’ottava edizione di Giovane Fotografia Italiana.

Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, curatori della mostra, insieme ad Annalisa Rabitti, assessora alla cultura del Comune di Reggio Emilia, hanno aperto le porte della mostra Reconstruction, attraverso un’inaugurazione in diretta streaming.

Durante l’inaugurazione i curatori hanno approfondito i progetti presenti, raccontando e illustrando i temi affrontati dai giovani artisti. Tutti gli artisti infatti hanno seguito il filo comune delle problematiche che interessano la società odierna, manifestando una sensibilità rispetto ai temi legati all’ambiente, alle relazioni e alla migrazione.

La mostrà sarà visitabile fino al 4 luglio, tutti i sabati e le domeniche dalle ore 10 alle 20. Saranno previste inoltre aperture speciali e visite guidate alle ore 18 nelle giornate del 5 giugno, 12 giugno e 26 giugno.

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I progetti e i temi di Reconstruction

Domenico Camarda riflette sull’identità, non solo come identità di genere, ma in maniera più ampia cosa vuol dire essere contemporanei, e come poter arrivare ad una stabilità in una società in continuo mutamento.

Irene Fenara, si domanda che cosa succede alle immagini quando diventano realtà, e attraverso l’utilizzo di un algoritmo, riproduce immagini pixelate di tigri, ponendo l’accento sulla problematica della tigre come animale in via d’estinzione.

Alisa Martynova affronta il tema dei migranti, creando un’installazione che invita il visitatore ad un avvicinamento al tema, coinvolgendolo e mettendo a confronto viaggi stellari e viaggi di migranti.

Francesca Pili denuncia con amara ironia gli incendi dolosi in Sardegna, sovrapponendo immagini presenti nell’immaginario comune a terre bruciate.

I Vaste Programme decidono di mappare la Siberia, terra in cui non è presente Google Maps, presentando un personaggio fittizio, Ivan Putnik, un camionista che attraverso il suo viaggio lungo tutta la Siberia scatta alcune fotografie.

Martina Zanin, affronta il tema delle relazioni, sovrappone immagini e testi, portando alla luce un lavoro intimo collegato alla sua sfera privata.

Elena Zottola attraverso l’uso della cartolina d’artista, tenta di costruire nuove storie, coinvolgendo il visitatore.