Con l’utilizzo di fotografie, documenti di archivio e tecnologie digitali, Domenico Camarda, Francesco Levy e Alba Zari affrontano il complesso tema dell’identità, ripercorrendo la propria storia famigliare e personale. Un processo di riscoperta delle proprie origini in cui la fotografia, come la memoria, risulta essere un documento interpretabile e manipolabile.

Domenico Camarda

LIQUIDO. L’ACQUA SOGNA SE STESSA

Il concetto di identità, come la realtà stessa, si è moltiplicato, espanso, perdendo tratti definiti. La fissità è sostituita da una varietà di forme possibili. Tutto può essere costruito e decostruito a nostro piacimento, avendo però come contrappasso una società votata all’individualismo dove i legami tra le persone appaiono sempre più liquidi e instabili.
Nella contemporaneità occidentale, infatti, la società – come rete e relazione tra gli esseri umani – è divenuta fragile e l’individuo, distante dagli altri, è lasciato libero di autoaffermarsi, in una totale mancanza di punti riferimento a cui tendere o in cui identificarsi.
Ogni persona è perciò liquida: è un’entità che non riesce ad avere una forma propria, ma assume quella del ‘recipiente’ che lo contiene in quel momento. Un’individualità quindi in continuo mutamento, capace di trovarsi dappertutto, ma incapace di restare a lungo in nessun luogo.

Francesco Levy

AZIMUTHS OF CELESTIAL BODY

Francesco Levy “Azimuths of Celestial Bodies” 2017

Ci sono molti modi per raccontare una storia e altrettanti per mentire nel farlo. Il mio è un viaggio all’interno delle storie e delle persone del mio nucleo familiare e di come questo metaforico fiume di vite sia adesso confluito in me che sono l’ultimo della mia stirpe.
Le grandi guerre che hanno sconvolto il continente europeo durante lo scorso secolo, sono il filo conduttore del mio racconto, la causa prima delle migrazioni che hanno permesso l’intreccio di queste storie. È un discorso sulla discendenza, una restituzione dei ricordi che sono giunti a me, che ho fatto miei e che reinterpreto liberamente.
La topografia illustrata di un viaggio autobiografico per esplorare la mia personale geografia.

Alba Zari

THE Y

Ogni donna eredita due cromosomi X, di cui uno per via paterna. Alba Zari usa il mezzo fotografico come metodo investigativo, scrivendo note di autoanalisi nella ricerca del padre che non ha mai conosciuto. E’ la Y mancante. Il processo di autotrasformazione che attraversa può portare a un risultato di cambiamento della percezione della sua stessa identità. Questa profonda ricerca delle sue origini è documentata con rigore scientifico, sul momento, tramite precisi metodi e linguaggi fotografici.
La fotografia diviene un mezzo investigativo concreto che si rivelerà utile alla ricerca di prove e indizi.