La ricerca del confronto con le proprie radici è un tema universale che crea convergenze tra infiniti punti di vista. Federica Landi e Martina della Valle raccontano una la relazione profonda che unisce una comunità di donne in Africa al proprio luogo nativo, l’altra la vita quotidiana di donne migranti lontane dalla terra di provenienza, che tentano di preservare i legami originari. Marco Maria Zanin, tra scultura e fotografia, va alla ricerca degli archetipi che connettono civiltà rurali solo apparentemente lontane.
Martina della Valle
CORRESPONDENCE
Correspondence nasce su invito del Ragusa Foto Festival, dal dialogo intrattenuto a distanza da Martina della Valle con un gruppo di donne, di età e origini diverse, che frequentano il Presidio Caritas di Pachino. Questo scambio di parole e immagini compone una narrazione per frammenti della quotidianità delle migranti, raccontandola così come loro scelgono di rappresentarla; un diario in soggettiva, un archivio di scorci di una realtà spesso ancor più invisibile perché narrata dal punto di vista delle donne.
Le immagini, scattate con il cellulare, sono state rielaborate, stampate con laser e trasformate in negativi bianco e nero o utilizzate durante un’azione corale, per esporre al sole grandi cianografie su seta.
Federica Landi
THE BALLAD OF SILENT SEEDS
Thomas Sankarà, presidente del Burkina Faso e amatissima icona della rivoluzione assassinato brutalmente nel 1987, era un grande sostenitore della parità di genere e considerava la donna come figura necessaria e trainante nella lotta per la giustizia sociale e l’emancipazione del paese. Le donne burkinabè sono state infatti tra le prime forze sociali a ribellarsi contro il presidente Blaise Compaorè nel 2014, nella famosa sollevazione popolare che pose fine ai suoi 27 anni di dittatura. Sebbene le donne del Burkina Faso siano scarsamente rappresentate e celebrate nei media nazionali e internazionali, sono a tutt’oggi elemento essenziale in tutti gli aspetti della società.
Marco Maria Zanin
RITUALIA – FERITE/FERITOIE
Il lavoro di Marco Maria Zanin, che si snoda attraverso l’uso della fotografia in dialogo con l’antropologia, è orientato a una rilettura e risignificazione del rapporto con la terra e con le tradizioni popolari. Uno dei contesti di ricerca più frequenti dell’artista è il museo etnografico, del quale attraverso l’arte si propone di decostruire le categorie alla base, orientandolo verso un’idea di museo aperto, in costante divenire. Gli oggetti del mondo contadino vengono letti sotto una luce che crea forti relazioni con oggetti di culto e di uso comune di altre culture, a sottolineare il tratto interculturale e universale che ruota attorno al rapporto con la terra.
CITTÀ DEL MESSICO
ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA
Eyes on Tomorrow
Giovane Fotografia Italiana nel Mondo
> Radici: Martina della Valle, Federica Landi, Marco Maria Zanin
> Potere: Paolo Ciregia, Massimiliano Gatti, Zoe Paterniani
9 DICEMBRE 2021 – 31 GENNAIO 2022
Da lunedì a venerdì dalle 10 alle 18