Chiara Ernandes presenta a Giovane Fotografia Italiana #09 Still Birth , l’indagine in una dimensione sospesa tra vita e morte

© Chiara Ernandes
Ciao Chiara, ci spiegheresti la relazione del tuo progetto e della tua professione con il tema della mostra “Possibile”?
Still Birth parte dall’analisi di un’interruzione, da una nascita contraddetta. L’occasione di reinventare la mia storia e far esistere il Possibile come atto sempre in potenza, generativo e vitale, a metà strada tra il reale e l’immaginazione. La possibilità di esserci e raccontarsi in modi diversi.
Come fotografa poi, il Possibile muove in me la curiosità di sperimentare e l’esigenza di creare nuovi collegamenti e narrazioni, includendo l’errore e il suo grande potenziale come metodo di ricerca.
Buona parte della tua esperienza lavorativa è legata alla fotografia di scena. Pensi che qualche elemento teatrale o comunque attinente a quel mondo faccia parte anche dei tuoi progetti presenti e futuri?
Sì, ho lavorato diverso tempo come fotografa di scena e ho conosciuto il teatro contemporaneo e così molti artisti e molte realtà stimolanti. Questa esperienza ha sicuramente orientato il mio percorso e il mio approccio con la fotografia, soprattutto nella fase di progettazione. Nel teatro l’atto performativo e il gesto, sono deputati a sostenere la narrazione e a veicolare il messaggio dell’opera finale e sono il risultato di un percorso di ricerca che gode di interdisciplinarità e di sperimentazione. Questo, messo in pratica nella fotografia, mi ha stimolato e abituato a concettualizzare l’immagine e a creare una narrazione corale e coerente, sostenuta dalla molteplicità dei media.
Come nasce l’idea di un fotolibro, a chi e in che modo vuoi che arrivi questo lavoro?
Nel caso di Still Birth l’idea del foto libro è arrivata durante la progettazione del lavoro. Questo mi ha aiutata ad avere una destinazione d’uso specifica e particolarmente adatta alla narrazione. Francesco Rombaldi, editore e curatore del libro, ha tracciato una struttura visiva che ben rappresenta il percorso emotivo e le sensazioni raccontate nel progetto. Vorrei che questo lavoro riuscisse a uscire un po’ dalla mia dimensione privata e a raggiungere quelle persone che hanno la necessità di stabilire un contatto con se stessi e con la loro storia personale, attingendo da un mondo di significati e simboli che possono essere il sostegno di chi si sente senza approdo. Still Birth, prima ancora di essere racconto e storia, rappresenta un percorso personale e tortuoso di identificazione e crescita.
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