GOOD USE OF MY BAD HEALTH
Il progetto è parte di una ricerca che ha come punto di partenza le trasformazioni nel tempo che una malattia rara degenerativa compie sul corpo dell’artista. Si ispira ai concetti di Donna Haraway, per la quale l’unione tra cyborg e umani sfida le categorie tradizionali e binarie come uomo/donna, naturale/artificiale e sperimenta attraverso lo strumento visuale la teoria di Astrida Neimanis in Bodies of Water: in quanto corpi acquatici, ci sperimentiamo meno come entità isolate e più come gorghi oceanici in cui l’acqua è una continua gestazione di differenze, complicando ogni opposizione tra “siamo tutti uguali” e “siamo tutti diversi”.L’approccio postumano trasforma il corpo in un teatro di accoglienza per elementi estranei, evidenziando contaminazioni e metamorfosi possibili attraverso l’autoritratto. L’artista ritrova il cyborg negli strumenti d’aiuto che con il deteriorarsi del corpo, entrano a far parte del suo quotidiano, e considera l’acqua come metafora della relazione e della cura.

ALL THINGS LAID DORMANT
All Things Laid Dormant si interroga sulle modalità con cui entriamo in contatto e in relazione con gli altri animali, sullo spazio che essi occupano nel nostro immaginario personale e collettivo, sulla convivenza intraspecifica e sulla possibilità di costruire nuove forme di parentela e di intimità in un contesto di estinzione di massa. Articolandosi attraverso una serie di incontri con il mondo non-umano, mediati dall’implicita ambiguità della fotografia come mezzo che simultaneamente agevola e ostacola il contatto, All Things Laid Dormant è al contempo un’ode e un lamento, un atto di amore e una espressione di cordoglio che incarna la sofferenza del lutto e il desiderio di ritrovare un luogo e un senso di appartenenza nel contesto fragile del nostro tempo. Le immagini sono accompagnate da due testi creativi ibridi, che cambiano e prendono forma a seconda del contesto in cui vengono presentati; uno scritto dall’artista, il secondo scritto appositamente per il progetto dal poeta lee rae walsh”

Foto di Benedetta Casagrande

PROXIDIUM
“Materiali altamente inquinanti e pericolosi sono stati interrati, negli ultimi decenni, in varie zone d’Italia. I terreni agricoli, a seguito degli interramenti, risultano gravemente contaminati da sostanze nocive, alcune di esse rilevate sino a valori pari al seimila percento del limite previsto. Tra le sostanze rinvenute nei terreni si distingue il proxidium, elemento che può causare danni irreversibili anche agli esseri umani. Una recente inchiesta ha svelato uno studio condotto da un anonimo medico italiano che ha messo in luce la gravità dei danni causati dal proxidium. L’inganno è ben visibile, si tratta di una fake news che apre a scenari ambigui e metafisici, collocati all’interno di un tempo e un luogo indefinito.”

CONTRAPASSO
“Nell’Inferno dantesco, il contrappasso rappresenta la pena eterna che riproduce per contrasto o per eccesso la colpa commessa in vita. Dietro a molti incendi boschivi nel Mediterraneo ci sono interessi economici ben precisi come la speculazione edilizia, il disboscamento per l’agricoltura o la pastorizia e altre ragioni. In alcune aree, dove le istituzioni sono più deboli, il fuoco viene usato come forma di ritorsione. In altri casi gli incendi sono favoriti dalla corruzione, allo scopo di ottenere finanziamenti per distrarre una parte delle somme, oppure per creare o mantenere posti di lavoro. A causa della difficoltà di indagare le vere cause dei roghi, gli abitanti delle località interessate talvolta diffondono voci e raccontano storie in cui, a mio avviso, è possibile individuare temi biblici e archetipici. Contrapasso crea un’analogia tra l’Inferno dantesco e gli incendi dolosi nel Mediterraneo, reinterpretandoli come una pena divina per far riflettere sulla relazione tra causa ed effetto nel contesto della crisi climatica.”

FIELD NOTES OF CLIMATE OBSERVERS
Field Notes for Climate Observers è una guida all’osservazione e alla previsione del clima in tempo di crisi. Si compone di una serie di immagini e di un manuale articolato in 7 step: al loro interno, la scienza è un rituale ciclico, un loop di osservazioni, dati e simulazioni. Come riusciamo a sintonizzarci su frequenze in cui il cambiamento climatico arrivi a parlarci? Come possiamo leggerne i segni e segnali, immersi nel rumore? Mentre la minaccia del collasso planetario si avvicina, i nostri sensi si stanno affievolendo. La climatologia è al centro della nostra conoscenza, eppure da cittadini non abbiamo familiarità con le sue logiche e i suoi meccanismi. Continuiamo a immaginarci al di fuori della crisi, come se potessimo guardarla da una distanza di sicurezza, studiarla e controllarla. Siamo invece al suo interno ed è un luogo strano, costellato da falle e punti ciechi. Dove anche osservare diventa, in qualche modo, un paradosso.”

TRASCENDENCE
“Mentre fin dall’alba dei tempi gli esseri umani si sono sempre affidati al destino divino, la scienza ci ha recentemente fatto capire quanto le nostre scelte quotidiane stanno definendo il nostro mondo futuro. Di fronte al dilemma tra la perdita del comfort immediato e la perdita di un benessere durevole fornito dai nostri ecosistemi, potremmo chiederci quale strada sceglieremo. In che modo possiamo migliorare la nostra resilienza? Sarebbe veramente la tecnologia la nostra salvatrice? Oppure dovremmo optare per un approccio di decrescita? E, più precisamente, come raggiungeremo una forma di trascendenza con il mondo vivente che ci circonda? Combinando narrazioni personali e osservazioni di metamorfosi paesaggistiche, Transcendence indaga i diversi modi di essere resilienti attraverso temi come gli alloggi alternativi, le nuove tecnologie, il low-tech, le comunità emergenti, l’eco-femminismo, le risorse limitate e la conservazione della biodiversità.”

NIOKO BOKK
Nioko Bokk, che in lingua wolof significa “è per tutti”, è un piccolo ecovillaggio a basso impatto ambientale, progettato per la sicurezza alimentare e l’educazione allo sviluppo sostenibile nella comunità rurale di Kafountine, tra i villaggi di Diannah e Abene, nella regione della Casamance in Senegal. L’autore, utilizzando un metodo etnografico basato sull’osservazione partecipante e sulla raccolta di dati e informazioni, ricostruisce uno scenario in cui l’ecosistema della foresta si rivela un complesso e ramificato sistema di relazioni.”

© fotografie Bruno Cattani / disegni Alessandro Cardillo