Eyes on Tomorrow
Giovane Fotografia Italiana nel Mondo

Un progetto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Comune di Reggio Emilia che porta nel mondo opere fotografiche di giovani artiste e artisti grazie al contributo e al supporto degli Istituti Italiani di Cultura.

Eredità

Cosa dicono di noi le nostre storie familiari? Quanto i legami di sangue determinano chi siamo e quanto sono un bisogno della nostra psiche? La necessità di fare i conti con queste domande è la molla da cui nascono i lavori di Emanuele Camerini, Valentina D’Accardi e Martina Zanin, dedicati al rapporto con familiari mai conosciuti, distanti o presenti. Le loro immagini sono la ricerca di qualcosa di difficile da spiegare, in esse regnano silenzi che valgono più di mille parole.

Emanuele Camerini

NOTES FOR A SILENT MAN

“È il racconto dell’accettazione progressiva di un’altra parte di se stessi, del nuovo, in una delle sue molteplici forme.
Si decide di affrontare le emozioni attraverso le immagini di famiglia e le fotografie scattate durante un viaggio, intrapreso proprio alla riscoperta della memoria e dei ricordi legati alla figura paterna e all’infanzia. Raccoglie pezzi che si trasformano in isole di arcipelaghi sconosciuti; per parlare al padre, Camerini usa la macchina fotografica e le immagini si trasformano in un linguaggio, in un tentativo di spiegazione.
Per capire bisogna mettersi alla prova, rendendo pubblico un significato privato: questa storia è nostra perché crescere è un’esperienza di tutti.”

(Giulia Ticozzi, Questo è un viaggio iniziatico)

Valentina D’Accardi

FIUME

“Elsa M. scompare l’11/05/1972. Lo stesso giorno viene avvistato il cadavere di una donna nel fiume. Viaggia per otto giorni attraverso la Pianura Padana. Viene identificato grazie alla fede nuziale. Ho potuto rintracciare gli articoli originali che descrivono la vicenda nei dettagli e ricostruire il percorso che il corpo ha compiuto prima di essere trovato e sepolto, esplorando gli stessi paesaggi che il cadavere ha attraversato quarantacianque anni prima. Ho seguito per giorni gli argini del fiume. Quando compaio nelle fotografie indosso uno scialle bianco. Lo aveva cucito Elsa M. per mia madre. Questa è la storia di mia nonna.”

Martina Zanin

I MADE THEM RUN AWAY

I Made Them Run Away è una storia a più livelli che intreccia fotografia, immagini di archivio e testi scritti dalla madre dell’artista. Raccoglie ricordi del passato e sentimenti presenti per riflettere sulle dinamiche delle relazioni – il bisogno di attenzione, le aspettative che causano disillusione, insicurezza e giudizio. Spostandosi tra i diversi punti di vista, Zanin descrive il ricorrente complicato rapporto tra lei, sua madre e l’”uomo”, non costante, rappresentato come un’assenza.
Gli scritti poetici, indirizzati ad un uomo immaginario, si scontrano con le fotografie di famiglia strappate, dalle quali la madre ha strappato tutti i suoi ex-fidanzati creando oggetti saturi di rabbia e solitudine. Ogni altra foto è da intendere come la ricostruzione e l’espressione di emozioni e sensazioni passate riaffiorate nel presente.